Firmato a Trieste il nuovo protocollo sulle norme di sicurezza all’interno del porto di Trieste, siglato dal Prefetto Pietro Signoriello e da Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale
Il documento introduce una serie di misure per regolare i flussi di veicoli e persone, a beneficio della salvaguardia dei lavoratori, soprattutto dopo l’incidente avvenuto lo scorso febbraio, quando un uomo è morto cadendo in mare mentre stava manovrando un carrello elevatore al molo VII.
Il protocollo modifica la versione vigente del 2015, incorporando le revisioni già introdotte due anni fa e gli esiti degli approfondimenti definiti negli ultimi mesi. Nella fattispecie, le modifiche apportate nel 2022 hanno comportato l’estensione del campo di applicazione del protocollo alle aree logistiche di FREEeste e Fernetti, il coordinamento tra RLSS del porto con gli RLST del comparto Edilizia, l’introduzione di un codice deontologico per gli RLSS, l’incorporazione della nuova procedura di intervento delle unità esterne di pronto soccorso nell’ambito dello scalo giuliano.
Tra le regole da seguire si stabilisce che l’intero ambito portuale, spazi comuni inclusi, deve essere libero da persone che vi accedono in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze psicotrope. L’alcol non può essere venduto, assunto o trasportato allo scopo dell’assunzione in ambito portuale.
Entro due anni poi tutte le imprese di operazioni e servizi portuali dovranno conseguire la certificazione del proprio SGSSL da parte di organismi di parte terza riconosciuti da ACCREDIA prevedendone il mantenimento, quale requisito per il rinnovo dell’autorizzazione allo svolgimento delle attività portuali e adesione al programma WHP – Workplaces Healt Promotion.
E’ previsto anche un investimento costante e misurabile nell’ambito dell’innovazione anche tecnologica della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Tutte le imprese portuali dovranno redigere, attuare e verificare annualmente un piano di investimenti anche tecnologici in materia di innovazione sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.
D’Agostino ha spiegato che “Il porto è un sistema in continuo cambiamento quanto a modello organizzativo, tecnologie, mansioni, dimensioni, vettori. In questo contesto estremamente complicato dobbiamo continuare a investire in sicurezza. A prescindere da elementi di sanzione e controllo, occorre favorire lo sviluppo di un ambiente che abbia sempre maggiore competenza e coscienza rispetto al valore della sicurezza come tema culturale. Su questo versante dobbiamo continuare a impegnarci per accrescere la maturità e la sensibilità di tutti i soggetti, da quelli istituzionali a quelli imprenditoriali privati”.