L’Autostrada del Mare di Trieste raddoppia. Nata con la rotta verso la Turchia in seguito alla guerra nei Balcani, ora si espande e coinvolge il Nord Africa. Anche in questo secondo caso dal porto arriva una risposta ad una grave crisi logistica, stavolta conseguente alle vicende belliche che infiammano il Medio Oriente.
Dopo la firma al Cairo per l’accordo bilaterale Italia-Egitto siglato dall’ambasciatore Michele Quaroni, e dal Ministro dei Trasporti egiziano Kamel el Wazir, per l’avvio di una linea RO-RO tra il porto di Trieste e quello egiziano di Damietta, si chiude la parte istituzionale dell’intesa. I negoziati erano stati avviati nel 2018 sotto il coordinamento del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero dei Trasporti italiani, a cui sono seguite due intese tecniche collegate all’avvio della linea, tra cui il Memorandum tra l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e il Porto di Damietta e il Memorandum tra le Amministrazioni doganali dei due Paesi.
Ora prende quindi il via la parte operativa del progetto che vede protagonisti i due porti. Già oggi è arrivata, infatti, allo scalo giuliano una delegazione di rappresentanti istituzionali e operatori egiziani guidata da Ahmed Hawash, presidente dell’Autorità Portuale di Damietta che ha sottolineato come “questa nuova linea non unisce semplicemente il porto egiziano e Trieste, ma l’Africa all’Europa”. Lo scalo giuliano, in questa prospettiva, diventa la porta di ingresso sud dell’Europa per le merci africane mentre Damietta si propone come approdo per le merci europee.
Il gruppo è stato accolto dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino in una prima giornata di lavori alla Torre del Lloyd a cui hanno partecipato anche gli operatori coinvolti e i rappresentanti delle Dogane. La visita si concluderà questo pomeriggio con un tour alle infrastrutture portuali e proseguirà domani con alcuni incontri tematici organizzati dalla CCIAA della Venezia Giulia e da Confindustria Alto Adriatico. Obiettivo della missione presentare ai partner egiziani il porto di Trieste e il suo sistema logistico e intermodale e definire modi, tempi e step operativi sia sugli aspetti doganali che su aspetti fitosanitari per la partenza della nuova linea che sarà inaugurata in autunno e renderà più veloci e rapidi gli scambi commerciali via mare tra Italia ed Egitto.
“Dopo la conclusione del percorso istituzionale, il prossimo step sarà la promozione della linea alla Fruit Logistica di Berlino, insieme al viceministro Rixi, ai partner e all’ICE davanti alla platea degli operatori target del centro Est Europa, che è il vero bacino di mercato di questa linea” sottolinea il presidente Zeno D’Agostino.
Con un tempo di percorrenza di circa 70 ore di viaggio, il collegamento con Damietta avrà inizialmente una sola cadenza settimanale con la previsione di arrivare a due toccate quando i volumi lo permetteranno. La gestione della linea in collaborazione con Med Roll, spetterà al gruppo danese DFDS che a Trieste controlla i terminal di Riva Traiana e molo V. Convolti anche la Samer & Co. Shipping, agente generale di DFDS e socia di Med Roll, oltre alla Società Alpe Adria che avrà il compito di gestire la parte intermodale verso i mercati del centro Europa, UK e paesi scandinavi.
Grazie alla ferrovia il porto di Trieste si candida dunque a diventare un hub distributivo sostenibile dei prodotti refrigerati che entrano nel mercato europeo. Il cargo sarà sdoganato ancora prima dell’arrivo in porto, con l’impiego di tecnologia blockchain e digitalizzazione dei documenti, che collegherà i dati delle amministrazioni doganali dei due Paesi. In import transiteranno soprattutto prodotti deperibili, mentre attraverso l’ingresso del porto di Damietta, i prodotti italiani, con particolare riferimento a quelli agroalimentari, farmaceutici e tessili, potranno raggiungere facilmente oltre al mercato egiziano anche quello sub sahariano e mediorientale.
“Questa con Damietta – rimarca ancora D’Agostino – è una linea strategica scelta e voluta dal porto di Trieste, che va a incrociare quei mercati che dovrebbero essere i territori di nuova industrializzazione a seguito dei processi di nearshoring e reshoring e per creare fonti di approvvigionamento alternative ai Paesi asiatici in luoghi più vicini”. “In questo periodo storico la parola chiave è saper diversificare”, continua D’Agostino. “Solo se un porto investe su più tipologie di merci, di flussi e di itinerari, può fronteggiare meglio le incertezze e rischi di questo periodo così travagliato. L’esempio della crisi nel Mar Rosso è esemplare. Per fortuna già da qualche tempo ci stavamo attrezzando per creare una forte connettività con gli scali del Mediterraneo dove si si affacciano paesi molto importanti dal punto di vista produttivo. Gli accordi con l’Egitto e quelli stretti con il porto di Tangermed in Marocco ci permetteranno di essere meno dipendenti dal settore container e dalle rotte asiatiche, puntando di più sui traffici inframed”.
Infine va ricordato che, proprio in relazione gli accordi siglati con i paesi del nord Africa, notevoli saranno anche i benefici che potranno derivare per lo sviluppo dell’immobiliare logistico legato al settore refrigerato (magazzini a temperatura controllata) che vari Enti e operatori del settore privato stanno pianificando nell’area portuale e retroportuale di Trieste.